Percorrenza: 5 .30 ore ca.
Dislivello: 750 metri ca.
Segnaletica: n° 7, 126, 139, 127, 7 CAI
Il bel tempo si è decisamente fatto attendere quest’anno e tra impegni vari siamo un po’ ritardo con le nuove escursioni e sui resoconti del blog.
Per farci perdonare e ricominciare alla grande, vi proponiamo un trekking, abbastanza lungo ed impegnativo ma di grandissimo fascino, sulla Pania della Croce, la più “lucchese” delle Alpi Apuane.
Vista dalla pianura la Pania, anticamente Pietrapana ovvero pietra delle Apuane, può apparire meno impressionante delle cime contigue perchè sprovvista di quelle pareti verticali e di quelle vette aguzze tipicamente alpine. Tuttavia, per la sua posizione isolata e dominante e per la sua forma elegante essa è stata soprannominata “la Regina delle Apuane”. L’ascesa è lenta e costante, per giungere all’arida cima si attraversano ambienti molto diversi fra loro; noi vi proponiamo di percorrere il versante Nord, quello che si affaccia sulla Garfagnana, per poi compiere una variante un po’ impegnativa ma di grande effetto e compiere un giro ad anello.
Si parte da Piglionico, località situata proprio nel bosco ai piedi della montagna. Bisogna percorrere la Strada Provinciale 12, che da Bagni di Lucca conduce a Castelnuovo Garfagnana unendosi alla Regionale 445 risalendo l’ampia valle del Serchio. Nei pressi del paese di Gallicano si svolta a sinistra in una strada più piccola che conduce a Molazzana. Si seguono le indicazioni per gli abitati di Sassi ed Eglio ed a quel punto si iniziano a trovare anche cartelli che indirizzano al Rifugio Rossi. Si superano alcuni bevi e si continua fino a che la strada non diventa sterrata e si conclude di fronte ad una piccola cappella. Siamo a 1150 metri slm, abbandoniamo l’auto e partiamo.
Il sentiero da seguire, per il momento ampio e pianeggiante con una bellissima vista sul monte, è il numero 7. Evitiamo il 127 che scende sulla destra e proseguiamo, in salita, immergendoci nella faggeta. Mentre la salita si fa più dura, ma perlomeno ombreggiata, si possono già osservare alcune rocce che affiorano dal terreno, tipiche dell’area, con cartelli che illustrano le caratteristiche geomorfologiche delle Apuane. Dopo circa un’ora di cammino ben segnalato si esce dalla faggeta per affrontare una gobba erbosa. Alla nostra sinistra si erge la sagoma rocciosa della Pania Secca (con una deviazione, segnalata, sulla sinistra se ne può raggiungere la cima ma noi non l’abbiamo fatto) mentre di fronte a noi, un po’ a sinistra rispetto al sentiero, appare l’Omo morto; una singolare formazione rocciosa che somiglia al volto di uomo disteso con tanto di naso, mento e un boschetto come capelli.
Mantenendoci sul nostro sentiero fiancheggeremo questa struttura e giungeremo alla sua base, quando la strada spiana in prossimità del Rifugio Rossi dove ci possiamo concedere una meritata sosta. Proseguiamo in lieve discesa, mentre alla nostra destra compare la parete del Pizzo delle Saette, fino a raggiungere in un quarto d’ora un’importante crocevia, la Foce del Puntone, 1611 metri slm. Proseguendo sul sentiero numero 7 si scenderebbe per il versante sud attraverso il passo degli Uomini della Neve, il 139 invece sarà possibile sfruttarlo al ritorno. Noi scegliamo il 126 che, come si può già vedere, conduce dritti alla vetta affrontanto un ripido ghiaione, noto come il Vallone dell’Inferno. La salita è sicuramente impegnativa ma, nonostante il nome altisonante, non certo proibitiva nè particolarmente lunga. Qui la vegetazione lascia spazio ai sassi pertanto occorrerà prestare più attenzione ai segnali, sempre presenti ma meno visibili, specialmente nella prima parte. Presso il Callare della Pania raggiungiamo la cresta sommitale; abbandoniamo il sentiero 126 che prosegue in discesa verso la foce di Mosceta e in pochi minuti raggiungiamo la vetta a quota 1858 metri slm.
Il panorama è spettacolare, aperto su tutti i fronti. Il mare sembra a due passi e, se non c’è foschia, si può distinguere Pisa. A nord-est invece lo sguardo può posarsi sulle cave di marmo e sulle altre cime delle Apuane che si estendono fino a Massa-Carrara e alla Liguria. Voltandoci invece verso la strada che abbiamo percorso avremo un’ottima prospettiva sul Rifugio Rossi e l’Omo Morto, oltre ad una bella vista sui versanti collinari più a sud.
Al ritorno, affrontiamo a ritroso i nostri passi fino alla Foce del Puntone. Qui è possibile riprendere il sentiero numero 7 e giungere dritti fino a Piglionico oppure, per chi vuole divertirsi un po’ di più, imboccare il 139 e tagliare per la Borra di Canala. Una borra è uno stretto e ripido vallone, chiuso tra due spettacolari pareti di roccia. Scegliete questa variante solo se avete una buona attrezzatura, in particolare buone scarpe, perchè i sassi sono scivolosi. Tuttavia con un po’ d’attenzione, cercando sempre di procedere a zig-zag e di seguire i segni bianco-rossi sulle pietre, la discesa potrà essere superata senza troppi patemi ed anzi, risulterà un’esperienza decisamente avvincente. Dopo un po’ la strada diventa meno spiovente e si procede tra ampi passi tra cui il sentiero si stringe. Davanti a noi intravediamo la faggeta: possiamo rientrarvi quando incrociamo il sentiero 127, che prosegue a mezza costa sul versante nord. Lo seguiamo verso destra e, su una bella strada pianeggiante, ritorniamo al primo bivio che abbiamo incontrato; da qui, svoltando a sinistra, saremo alla cappella di Piglionico.
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